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Il settore energetico, soprattutto quello relativo alla ricerca e alle sue utilizzazioni possibili, ha da sempre generato una grande cooperazione tra gli operatori di mercato dei diversi Paesi. Una tendenza che assunse maggiore rilievo dopo lo scoppio del primo ordigno nucleare, le cui potenzialità relative alle applicazioni pacifiche sembravano avere un vantaggio oggettivo per l'Italia grazie alla presenza di scienziati di fama internazionale (primi fra tutti Enrico Fermi e Bruno Rossi, ai quali poi si aggiunsero, tra gli altri, Franco Rasetti, Edoardo Amaldi e Ettore Majorana). Questa contingenza stimolò il desiderio della penisola a una maggiore collaborazione oltre i limiti delle frontiere nazionali, interessando ogni settore energetico. Furono pertanto molti i casi che videro gli italiani giocare un ruolo da protagonista: sia mediante la partecipazione attiva di alcuni esperti o scienziati in attività all'estero; sia attraverso la vendita di tecnologia (prodotti o brevetti) che oggi definiremmo made in Italy; sia, soprattutto, con il coinvolgimento diretto degli enti statali in progetti europei o mondiali.